14 agosto: visita a Krk e Vrbnik con pioggia finale

Giovedì è un altro giorno dedicato alle visite, e per la giornata ne sono previste addirittura due, bus permettendo. La prima è dedicata a Krk città (bisogna infatti distinguere Otok Krk, l'isola di Krk, da Grad Krk, Krk città per l'appunto), che però è abbastanza anonima e non regge il confronto con Baška; dopo un paio d'ore, l'abbandoniamo per recarci ad un posto che la Jenny aveva già indicato come "Bello!" a matita nella guida EDT: si tratta di Vrbnik, sulla costa orientale dell'isola.
Vrbnik è un paesino arroccato sul mare, come una specie di Manarola o Riomaggiore, se siete stati alle Cinque Terre, ed è bellissimo percorrerla lungo le tortuose e quasi labirintiche stradine che portano in cima al monticciolo o si tuffano sulla piccola baia sottostante, offrendo stupendi scorci a chi si trova a passare di là per caso, guidato solo dalla cima del campanile o dall'azzurro delle limpide acque che si scorgono in lontananza.
Arriva la sera, e siamo, per l'ultima volta, a Punat. Il giorno dopo, con levataccia alle cinque del mattino, ritorneremo a Rijeka per prendere un bus per Pag, la seconda isola meta delle nostre vacanze. Nonostante siamo costretti ad un giro lungo e quasi assurdo (le due isole in realtà sono molto vicine tra loro), siamo contenti lo stesso, perché fino a due giorni prima sembrava impossibile persino raggiungere Pag e la nostra terza destinazione, i laghi di Plitvice. Grazie ad attente letture della guida EDT da parte della Jenny ed a numerose visite nelle varie agenzie di viaggio (che non sanno mai niente ed hanno orari non aggiornati), il mio iniziale sconforto viene completamente trasformato in allegria, e così andiamo nel ristorante più buono del posto.
Con estrema sorpresa, il cielo si rannuvola ed inizia una serie impressionante di lampi spettacolari, fino a che si alza un forte vento simile alla bora ed un black-out investe campeggio, ristorante, l'intera Punat. Rimaniamo così a chiacchierare a lume di candela, e l'atmosfera si carica di un inaspettato romanticismo che non fa mai male!
Torna la luce, arriva la pioggia, la Jenny scappa in campeggio a porre nella tenda tutti i vestiti appesi, mangiamo, ci prepariamo per la notte. Purtroppo, però, il dramma sta per compiersi: mentre sono in bagno a lavarmi i denti, la Jenny fa capolino e mi annuncia che sta piovendo nella tenda! Ritorno sul luogo del disastro, ed in effetti mi rendo conto di persona che il doppio tetto, evidentemente finto, non regge per nulla: ci sono gocce da tutte le parti; la tenda, per l'aumentato peso, ha sollevato i già precari picchetti e lo spazio interno si è ridotto della metà. Insomma, la situazione è critica: come gli albanesi, abbandoniamo la nostra bagnarola, prendiamo lo zaino in spalla e, con vestiti e sacchetti gocciolanti in mano, ci dirigiamo verso una specie di aula all'aperto, con tetto in muratura, lavagna e panche, che di giorno viene usata per il corso di croato. Là stendiamo le nostre cose umidicce, mentre io inizio a tremare per il freddo, e mettiamo i materassini direttamente al suolo.
Passano dieci minuti e, non ci crederete, ma anche in Croazia è squaraus! Per fortuna durerà solo il tempo di due o tre scariche improvvise.
Verso le 4.30 del mattino, apro gli occhi, in attesa della sveglia delle 5. Il campeggio è ancora al buio, ma in quel momento arrivano dei ragazzi, probabilmente usciti da una discoteca. Sono italiani (ma vah?), e mentre stanno parlottando tra loro, si accorgono della mia figura nell'oscurità. Uno di loro domanda agli amici: "Ma chi è quello là?", e poi, subito dopo: "Certo che quei due sono proprio messi male!".

Krk: il porto
Krk: il centro della cittadina
Vrbnik...
...e la spiaggetta per fare il bagno!
Piove sulla tenda! Il rifugio...
... e la disperazione