29 LUGLIO – DOUGGA (ثوجا , tūğā, tūğğā )

Tappa di oggi è il bellissimo sito romano di Dougga (o Thugga, come molti lo chiamano usando al posto del nome romano quello berbero, la cui traduzione è pascolo), circa 110 km ad ovest di Tunisi.
Come al solito, la stazione delle corriere e dei louage si trova abbastanza lontano dal centro, ed infatti dobbiamo prendere il Métro Léger fino alla stazione di Bou chou cha e poi chiedere un po’ in giro (manca infatti qualunque tipo di cartello).Allo sportello, ci dicono che la corriera per Dougga parte nel giro di un minuto, per cui, contenti di non dover aspettare che il louage si riempia, prendiamo il biglietto e corriamo al marciapiede, dove però vediamo una coda incredibile di persone. Per un colpo di fortuna inaudito, restano liberi proprio due posti, e così ce li becchiamo noi (nel frattempo avevamo abilmente saltato due o tre persone). Bene così, perché la corriera successiva parte solo due ore dopo… I posti però non sono contigui, così ci dobbiamo arrangiare: una ragazza si prende il fratellino in braccio, liberandomi il sedile, mentre la Jenny trova una sistemazione più in fondo. Il sito di Dougga non si trova esattamente sulla strada per Le Kef, destinazione del mezzo, e quindi bisogna scendere da qualche parte vicino a Tebersouk e poi organizzarsi con qualche mezzo che sicuramente si troverà là ad attendere i turisti. Chiediamo informazioni all’autista, che ci dice di non preoccuparci: penserà lui a tutto.
Ad un certo punto, la Jenny viene da me e mi chiede di fare cambio di posto. Cos’era successo? Beh, accanto a lei c’era un ragazzo che solo apparentemente dormiva ma che, trovandosi seduto accanto ad una donna (fatto abbastanza raro in Tunisia), non aveva esitato a spostare il braccio sempre più verso mia moglie, fino a piazzarle la classico mano morta sulla gamba! Scambiatici di posto, tutto torna ovviamente alla normalità ed il viaggio prosegue tranquillo.
Arrivati a Tebersouk, vediamo una strage di louage, ma noi tiriamo dritti, proseguendo per altri 4km lungo tornanti deserti in mezzo alle colline, e ci fermiamo nel bel mezzo di niente. “Dougga!”, dice, e noi, un po’ increduli, scendiamo. Non c’è nessuno e non c’è niente a parte una stradina che porta ad un bar e ad un paio di case. Per fortuna c’è una signora, con il viso mezzo bruciato, e le chiedo come fare ad arrivare al sito. Mi risponde che ci troviamo a Dougga Nouvelle e che la strada da percorrere è una salita di 3km tutta sotto il sole cocente. Ci aiuta a cercare una cammionette, una sorta di dolmuş turco, per intenderci, ma non c’è nessuno là dove normalmente stazionano. Allora la donna grida due parole in arabo al barista (“Il connaît tout le monde”, mi dice), e, in dieci secondi, dal nulla spunta fuori una cammionette tutta per noi! Ringraziamo la signora, davvero molto gentile, e nel giro di qualche minuto arriviamo all’ingresso del sito. Concordiamo con l’autista di venirci a prendere quattro ore dopo, lo salutiamo ed andiamo all’ingresso del sito per comperare i biglietti. Nel vederci, il gestore, incredulo, ci squadra dalla testa ai pedi ed esclama: “Vous êtes arrivés à pieds?!”, evidentemente perché i turisti arrivano dall’altra parte del sito, e non da qui!
Cedo la mappa del sito alla Jenny la quale, con grande maestria, mi conduce lungo il percorso più suggestivo possibile. Questo è importante perché, altrimenti, si rischia di vedere il bello all’inizio, senza riuscire ad assporare il resto.
Camminando in senso circolare antiorario, passiamo accanto alla fontana del Grande Ninfeo per poi scendere le scale che portano alla Casa del Trifoglio, un antico bordello. Dall’alto notiamo una struttura che non ha niente a che fare con i romani, una torre che svetta solitaria: si tratta del Mausoleo Libico-Punico, alto 21m e costruito nel II sec. aC.
Torniamo sui nostri passi e riprendiamo il percorso che questa volta ci conduce all’Arco di Settimio Severo, del 205dC. Il caldo è soffocante, e troviamo ristoro all’ombra degli olivi, dove ne approfittiamo per farci uno spuntino, noi, soli in mezzo a così tante belle rovine romane!
Superate le latrine e la Casa delle Stagioni, arriviamo ad un fantastico Teatro, che poteva contenere sino a 3500 persone, per poi proseguire lungo una strada lastricata in pietre. Dopo una curva, eccoci apparire il pezzo forte, il fianco del Campidoglio, davvero imponente e ben tenuto. Del 166dC, con mura alte 10 metri, le sei imponenti colonne che ne sostengono il portico sono uno spettacolo mozzafiato. A fianco, i resti del Foro. Ci troviamo su una collina che domina l’antica e splendente Thugga, e, volgendo lo sguardo più in lontananza, la nuova Dougga, laggiù da dove siamo venuti con tanta fatica.
Iniziata la discesa, veniamo circondati da resti di numerosissime case romane, tutte vicine tra di loro e collegate da strette stradine; tra i monumenti senza dubbio più ammirevoli vediamo le Terme di Licinio, gigantesche, che fanno ottimamente capire dove fossero disposte le stanze che tutti conosciamo, come la palestra, il tepidarium ed il frigidarium; la cosa però che più ci colpisce è l’ancor integro tunnel sotterraneo utilizzato dagli schiavi che manutenevano le terme. Il giro è quasi concluso, ed oltrepassato l’interessante Tempio di Giunone Coelestis e le oramai dissotterate cisterne, giungiamo all’uscita dove, in lontananza, scorgiamo la nostra amica cammionette.
In pochissimi minuti siamo a Tebersouk, dove, in mancanza delle corriere che già hanno terminato il giro alle 17, è pronto un louage; attendiamo circa mezz’ora, e poi si parte per Tunisi. Imbocchiamo l’autostrada ed è interessante vedere i cartelli blu tipici francesi, con la scritta “péage”, anche se... sorpresa sorpresa... i caselli autostradali sono ancora in fase di costruzione! Dunque al momento, non si paga, ma si rallenta soltanto, imboccando una stradina laterale che li costeggia.
Dopo esserci riposati, la sera ceniamo al Bolero: il posto si trova in una via buia ed apparentemente poco raccomandabile, ed anche l’ingresso non invita molto; diciamo che se non fosse per la Lonely Planet, di certo qui non ci entreremmo proprio! Invece si mangia bene ed il menu costa pochissimo. Un vero affare!
Domani è l’ultimo giorno da turisti “fai da te” prima dell’hotel lussuoso di Hammamet: ne approfitteremo per visitare Tunisi.