13.08: PERGAMO

Verso le 9 ci viene a prendere la mini corriera che ci porterà a İzmir (Smirne), città di 2.500.000 abitanti mostruosamente accavallati l’uno sull’altro in obrobriosi grattacieli costruiti sulle colline; qui sale la nostra guida che ci condurrà a vedere l’Acropoli e l’Asclepion, l’antica farmacia.
Siamo in 6: noi, due ragazzi di Vicenza e due Coreani che però vivono in Mongolia, con cui facciamo subito amicizia; Mister Min Seok Park e Mister Jae Hyeong Bo hanno molta voglia di chiacchierare, e sono davvero buffi nelle loro domande: non capiscono praticamente neppure dove sono, e infatti ci chiedono “Dove stiamo andando?”. Sono due signori di 35 e 42 anni (anche se ne dimostrano dieci in meno), sposati e con figli, che stanno girando, da soli, alcune città della Turchia prima di recarsi da dei colleghi all’Università di Ankara per delle ricerche.
Una volta giunti a destinazione, ci rendiamo immediatamente conto che la nostra “pseudo guida” non sa assolutamente nulla! Infatti la becchiamo più di una volta leggere frettolosamente i cartelloni esplicativi cercando di non farsi notare, per poi cercare maldestramente di riassumere il tutto davanti a noi, confondendo molto spesso date e personaggi.
Fortunatamente, abbiamo la guida EDT e dunque riusciamo, per fortuna, a capire in autonomia quello che stiamo vedendo: Lisimaco, un importante generale greco, assunse il potere di gran parte della regione Egea alla morte del suo grande amico Alessandro Magno. Vinse molte battaglie e raccolse un gran tesoro, rendendo Pergamo una delle città più ricche. Alla sua morte in battaglia, gli successero varie persone tra cui Eumene II (197-159aC), sotto il cui regno la città assunse il massimo dello splendore, visto che fu lui ad aggiungere la biblioteca e l’Altare di Zeus, due delle opere più belle di tutto il complesso.
Pergamo è famosa infatti per la sua gigantesca biblioteca, che poteva contenere fino a 200.000 volumi e che, grazie ad Eumene, divenne la seconda più importante del mondo, dopo quella di Alessandria. Per paura di perdere il primato, gli egiziani sospesero l’esportazione del papiro, e così a Pergamo nacque la “charta pergamena”, non più ricavata da fogli di papiro pressati ma da pelli di animali.
Il tempio di Zeus era un’opera colossale, ma venne letteralmente trasportato a Berlino nell’800, durante i lavori di scavo della ferrovia, e là si trova tuttora. Nel sito originale ci sono solo due enormi querce.
Il sito archeologico merita una attenta visita; il Teatro da 10.000 posti è situato in una posizione incredibile, a picco sul vuoto, e venne costruito con uno stile molto diverso dal solito: non in cima, ma nel fianco della collina; non basso ed ampio, ma alto e stretto.
Da non perdere il Tempio di Traiano, anche se è rimasto ben poco, con le sue bellissime colonne e le sue fondamenta.
Verso le 13, andiamo a mangiare, per poi recarci alla seconda tappa: l’Asclepion. Qui, il livello di conoscenza della guida è completamente nullo, e così tutto il gruppo si sfascia: gli italiani se ne vanno a fare le foto da una parte; noi abbiamo la guida e ci arrangiamo; i coreani sembrano gli unici a pendere ancora dalle sue labbra, anche se titubano. Nonostante tutto, comunque, il posto è davvero molto interessante. Pensate che qui i Greci di un tempo che fu venivano a curarsi facendo bagni di fango e cospargendosi di unguenti teoricamente curativi. Più che la medicina vera e propria, infatti, le cure venivano affidate all’interpretazione dei sogni. I malati dovevano seguire un rito purificatore che li portava a lavarsi attentamente presso il Pozzo Sacro, per poi entrare nel Criptoportico e riposarsi nelle camere situate nel Telesforo, chiamato così in onore del dio della medicina.
All’Asclepion di Pergamo lavorò per molto tempo il più grande medico dell’antichità, Galeno (131-210 dC), e possiamo ancora vedere, su quel poco che ancora resta di una colonna, il simbolo oramai internazionale della medicina: il serpente.
La gita si conclude abbastanza presto; verso le 16, infatti, siamo già di rientro, ed il perché è presto spiegato: il vero scopo della guida è farci vedere un negozio di tappeti! Resteremo là almeno 40 minuti, per poi essere portati da un altro amico suo, che questa volta vende piatti e vasi in ceramica. Io e la Jenny, a questo punto, ci rifiutiamo di scendere dal minibus, e ne approfittiamo per leggere un po’ la storia di Pergamo.
Purtroppo, non è ancora finita! La guida abita a İzmir, e chiede all’autista di portarlo in un certo posto, dove lo attendono la moglie ed i figli. Entrare in una città di più di due milioni di abitanti in piena ora di punta si rivela catastrofico: perdiamo più di un’ora tra code, incroci, deviazioni, fino a quando, finalmente, abbandoniamo al suo destino questo millantatore di notizie che non esito a definire ladro di soldi.
Arriviamo a Selçuk oltre le 20, e protestiamo vivamente con l’addetta all’agenzia, una australiana che rimane molto colpita dalle nostre lamentele ma che, ovviamente, non può far altro che prendere nota, visto che non è la proprietaria.
Comunque siano andate le cose, non c’è che dire: Pergamo merita assolutamente una visita!
Dopo cena, abbiamo un appuntamento alla nostra pensione con i due simpatici coreani. Chiacchieriamo di varie cose, apprendiamo i rudimenti della lingua coreana ed il significato di qualche parola comune (ad esempio, “Samsung” vuol dire “Tre stelle”; “Hyundai”, invece, “Tempi moderni”), e terminiamo la nostra conversazione in musica: i nostri amici, infatti, vedono una chitarra appesa al muro, e così ci dedicano una canzone, dal titolo 당신은 사랑받기 위해 태어난 사람 (sei nato per essere amato); è un momento veramente molto piacevole.